“Ignorare” è una delle più virtuose qualità di un essere umano.
Quando parlo di “ignorare” non intendo l’ignoranza di chi si rinchiude nella sua cerchia di mura ristrette, o all’interno di una caverna, avvolto dalle proprie convinzioni.
Intendo l’ignoranza consapevole, che coglie il significato profondo delle cose, del comportamento del prossimo, e dopo una più o meno attenta analisi decide di ignorarlo. E che questa scelta ponderata sia libera da ogni limite, non perché priva di alternative.
Originariamente “ignorare” deriva dal Latino, che poi deriva dal Greco, e significa letteralmente “non sapere”.
Sebbene possa sembrare solo una parola negativa, ci aveva pensato Nicola Cusano nella sua “De Docta Ignorantia” ispirata a Sant’Agostino ad elogiarne la virtù, e più di 2000 anni prima Socrate, con una delle più famose cantilene della filosofia “so di non sapere”, a conferirle un’accezione positiva. L’ignoranza consapevole che supera la sapienza inconsapevole, anche come accettazione di “deficere” (mancare), e quindi primo passo per il miglioramento. Ma anche “ignorare” come scelta di “non considerare” perché non ignorare un atteggiamento può costare energia, tempo, incazzature; tutte inutilmente sprecate.
E allora mi chiedo quale sia il limite tra decidere di ignorare, o reagire apertamente coinvolgendo l’altro? Perché possono intervenire diverse variabili da considerare, i principi eterni ed irremovibili, i diversi meccanismi sociali (potrebbe essere visto come una sconfitta dal gruppo), la grandezza del torto.. Ma tra le variabili più importanti dovrebbe rientrare l’importanza del prossimo.
E vedrete, miei cari amici, che spesso essere ignoranti è la migliore tra le soluzioni.
Ma mi raccomando, non dimenticatevi di essere anche un pò deficienti. E di fare tante domande.
FONTI:
immagine http://www.annita.it/index.php?option=com_content&view=category&id=21&Itemid=160&lang=it
mito delle caverna di Platone
PS:
Chiedo ammenda per le imprecisioni che mi sono state prontamente segnalate da una cara lettrice. E rettifico.
Risultati di fretta e stanchezza. E anche ignoranza. :D